«Il 90% circa delle persone prova ansia prima di un trattamento odontoiatrico, il 45% prova una paura che li spinge a limitare o a diradare le visite dal dentista, un 5% invece è talmente impaurito da mettere in atto un vero e proprio comportamento fobico di evitamento.»

L’odontofobia

L’odontofobico è caratterizzato da un tipo di pensiero radicalizzato che lo porta ad aspettarsi solo esiti negativi o sfavorevoli.

Questo tipo di paziente si concentra soprattutto sulla possibilità di evitare la situazione che teme, prevede solo esiti negativi e sente la necessità di avere qualcuno con cui affrontare la situazione e a cui eventualmente rivolgersi per chiedere aiuto.

Il paziente che ha paura si caratterizza per il contenuto del suo pensiero: tutta una serie di idee catastrofiche, automatiche e peculiari che sono focalizzate sull’incontro con l’odontoiatra e su tutto ciò che potrebbe non funzionare.

Di questo fanno parte l’idea che i denti possano spezzarsi, che l’odontoiatra possa procurare una grossa ferita alla lingua od alle guance con la turbina o altri strumenti rotanti , che l’anestesia non funzioni.

Poi c’è tutto il tema di quello che riguarda ciò che il paziente presume che il dentista stia pensando, sentendo o facendo. L’odontoiatra potrebbe essere stanco e sbagliare [curare o estrarre il dente sbagliato, non essere preoccupato affatto del dolore che il paziente potrebbe accusare, essere nervoso o sbrigativo].

Poi c’è il tema della tensione che il soggetto, che sente di non riuscire a controllare e che potrebbe condurlo a fare gesti inconsulti. Comincia a pensare che il suo comportamento potrebbe rendere difficile il lavoro del professionista e si concentra soprattutto per fare in modo che non succedano eventi avversi.

Subentra poi in seconda istanza la paura di “comportarsi da sciocchi”. Il paziente odontofobico oltre che dalla anticipazione dei danni corporei è preoccupato anche dal pericolo di essere ridicolizzato o umiliato con affermazioni imbarazzanti sullo stato di salute della sua bocca o sul proprio comportamento durante le cure, del possibile giudizio del dentista [“si comporta come un bambino”].

L’ultimo tema è quello relativo all’idea di “essere prigioniero“, di non potersi alzare o andarsene. Anche qui siamo di fronte ad una previsione catastrofica: il paziente si aspetta un’esperienza spiacevole e pensa che la sua ultima possibilità di fuga possa presentarsi solo prima che le cure sulla poltrona odontoiatrica possano avere inizio perché dopo non potrà più sottrarsi ai trattamenti del caso.
Ovviamente tutte queste modalità di comportamento sono molto più frequenti nei pazienti ansiosi rispetto alle cosiddette persone normali.

I bambini e la paura del dentista

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Per ridurre ai minimi termini nei bambini la paura del dentista sarebbe auspicabile:

  1. che per prima cosa i genitori si mantenessero sempre calmi, sereni, collaborativi col bambino e col professionista prescelto per questo arduo compito e non dipingessero il tutto come “un evento catastrofico”;
  2. evitare poi il primo incontro con una struttura odontoiatrica in condizioni di emergenza per evitare che il piccolo paziente possa associare la figura del dentista a colui che “provoca dolore-fa male” [stato d’animo e situazione che sarà poi molto difficile attenuare o cancellare nel futuro];
  3. portare il bambino al primo controllo odontoiatrico appena si pensi che possa anche minimamente collaborare, questo perché, se ci saremo preoccupati di praticare una buona igiene orale, presumibilmente non ci sarà niente di particolarmente indaginoso da fare. In questo modo si permetterà al piccolo paziente di sperimentare un nuovo ambiente, di non legarlo a situazione è sensazioni negative e di familiarizzare con esso;
  4. nella scelta del professionista a cui affidare il nostro piccolo a parte ovviamente la professionalità bisognerà privilegiare la sua disponibilità di tempo [il bambino richiede molta più pazienza, molto più tempo e molta più elasticità rispetto ad un normale paziente] e il suo grado di empatia, per mettere il piccolo paziente a suo agio e poter conquistare la sua fiducia che non bisognerà mai tradire;
  5.  mai approcciare con l’utilizzo di minacce, introdurre gradualmente alle pratiche odontoiatriche presentando e spiegando l’utilizzo dei vari strumenti e delle pratiche che si andranno a fare.

Chiedere la sua collaborazione [alzami la manina quando sei stanco, quando devi mandar giù la saliva, quando sentì il minimo fastidio o dolore…].
Cominciare sempre con le pratiche più semplici e che non provocheranno dolore o fastidio ma che, allo stesso tempo, abituano il piccolo paziente a collaborare.

L’analgesia sedativa cosciente: la soluzione alla paura del dentista

In odontoiatria l’analgesia sedativa con N2O e O2 [miscela di gas con protossido di azoto ed ossigeno] è definita come una sedazione cosciente, interamente controllata dal dentista, rapidamente reversibile che non altera le funzioni vitali del paziente.

È un trattamento utile a rilassare, calmare e tranquillizzare il paziente agendo sulle componenti emotiva che provocano ansia e paura.

È una tecnica semplice usata da anni in tutto il mondo ed attualmente è il sistema più efficace, rapido e nello stesso tempo sicuro per eliminare la “paura del dentista”.

Ha numerosi vantaggi:

  • elimina l’ansia, lo stress, la paura;
  • innalza la soglia del dolore;
  • limita la salivazione;
  • elimina o riduce notevolmente il riflesso del vomito;
  • desensibilizza le mucose;
  • potenzia l’effetto dell’anestetico;
  • il protossido d’azoto non è tossico, non irrita, non viene metabolizzato;
  • facilmente e velocemente inducibile ed altrettanto facilmente e velocemente eliminabile;
  • dimissione immediata del paziente, senza necessità di premedicazione o di sorveglianza;
  • riflessi vitali sempre presenti: deglutizione, tosse;
  • inalterata omeostasi cardio-respiratoria;
  • paziente sempre cosciente, capace di comprendere ed eseguire ordini semplici e quindi sempre in condizione di collaborare.

Si può usare su tutti i pazienti, dal bimbo più piccolo al paziente più anziano, su uomini e donne e per qualsiasi intervento odontoiatrico non solo per i più invasivi e cruenti [dal prendere un’impronta all’avulsione di un dente del giudizio incluso).

Indicazioni prioritarie

Pazienti cardiopatici: in questi pazienti l’uso della sedazione minimizza il rischio di complicazioni durante le sedute odontoiatriche. Una forte emozione, un prolungato stato d’ansia, un dolore acuto può portare questi pazienti ad avere una crisi cardiaca con conseguenze anche tragiche. L’analgesia sedativa elimina l’ansia, innalza la soglia del dolore, apporta una percentuale di ossigeno molto superiore a quella presente nell’aria che respiriamo compensando la carenza di ossigeno che può precipitare in scompenso, ischemie, aritmie.

Pazienti epilettici: anche in questi pazienti l’aumento dello stress e dell’ansia può scatenare un attacco epilettico. Poiché l’ipossia è pericolosa per questi pazienti deve essere accuratamente evitata, cosa che avviene perché in sedazione si somministrano sempre e comunque alte percentuali di ossigeno.

Pazienti con ipertensione arteriosa: anche qui uno stato fortemente emotivo ed ansiogeno può bruscamente e rapidamente alzare i valori pressori in maniera pericolosa. Inoltre coloro che hanno avuto un ictus devono evitare, più di altri, casi di ipossia che in sedazione è praticamente impossibile.

Portatori di handicap: questi pazienti, se sono in grado di garantire anche un minimo di collaborazione, in sedazione perdono aggressività , irrequietezza e si riducono i disordini motori permettendo di effettuare le cure in un modo più tranquillo e sicuro.

Pazienti allergici: non si conosce allergia al protossido d’azoto.

Controindicazioni

Donne in gravidanza: nel primo trimestre e nel terzo trimestre.  È importante sottolineare, a garanzia della sicurezza di questa metodica, che viene usata nelle sale parto di importanti ospedali italiani, come il Buzzi di Milano e L’Umberto primo di Roma.

Impossibilità reale di respirare dal naso: infiammazioni acute o malformazioni.

Malattie gravi: broncopolmoniti acute, enfisema, sclerosi multipla, miastenia, ernia diaframmatica acuta.

Pazienti psicotici: il protossido d’azoto induce variazioni della sfera emotiva che potrebbero destabilizzare questi pazienti.

Tossicodipendenti: il protossido d’azoto moltiplica l’effetto della droga destabilizzando ulteriormente questi pazienti.

Pazienti di patologie otorinolaringoiatriche: il protossido d’azoto è da evitare in pazienti che hanno subito operazioni chirurgiche dell’orecchio o del timpano, in caso di otite cronica od acuta ed infiammazioni o infezioni del naso o del faringe. Il protossido diffonde nelle cavità chiuse ed aumenta la pressione interna dell’orecchio medio e può causare perforazioni della membrana in caso di alterazioni della tuba di Eustachio.

Come funziona l’analgesia sedativa cosciente

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Premesso che non ci sono controindicazioni assolute all’uso della sedazione cosciente per via inalatoria purché sempre usata in combinazione fra protossido d’azoto con ossigeno non inferiore al 30%.

Con la “Sedation Machine” completamente digitale neppure volendolo si potrebbe erogare una miscela priva o carente di O2 essendo questo sempre presente con una percentuale mai inferiore al 30% della miscela.

Nell’aria che respiriamo, la percentuale di OSSIGENO è del 20,93%. In sedazione il paziente respira sempre più OSSIGENO di quello presente normalmente nell’aria.

Le sue caratteristiche peculiari sono:

  • comandi digitali-consentono di variare anche dell’1% la percentuale di protossido di azoto necessaria per trovare l’esatto “baseline”ed adeguare esattamente i litri per minuto al bisogno;
  • sensori a raggi infrarossi per una assoluta precisione nella erogazione della quantità di protossido di azoto impostata e dei litri/minuto totali. Monitorizzano continuamente tutta la funzionalità del sistema;
  • allarmi visivi e sonori, avvisano acusticamente quando manca un gas e segnalano visivamente quale. Permettendo così di concentrarsi sui problemi del paziente anziché sul controllo delle apparecchiature;
  • sistema di sicurezza uno: impedisce di erogare una miscela con meno del 30% di ossigeno. Impossibile quindi il verificarsi di situazioni di ipossia od anossia;
  • sistema di sicurezza due: impedisce di erogare protossido di azoto puro, in mancanza di ossigeno la macchina si blocca ed avverte con un segnale visivo e sonoro;
  • sistema di sicurezza tre: diametri differenti. Impedisce di invertire i tubi di collegamento e di scambiare le bombole sul porta bombole o riduttori;
  • il porta bombole a quattro posti consente di avere sempre pronta una bombola di scorta.

Come si usa

Dopo aver trovato il base line, quella percentuale di protossido di azoto puro necessaria e sufficiente per indurre l’analgesia sedativa, si fa inalare al paziente una miscela composta da ossigeno protossido di azoto, da una macchina speciale chiamata “sedation machine”.

Questa operazione può essere ripetuta ogni volta che lo si desidera senza nessuna limitazione. È sufficiente respirare dalla apposita mascherina nasale monouso la miscela di gas alla giusta concentrazione per alcuni minuti per ottenere una più che soddisfacente sedazione.

Una volta terminato il trattamento basterà inalare x qualche minuto dell’ossigeno PURO al 100% per tornare alla più completa normalità.

Quanto costa

La politica del nostro studio è quella di non voler guadagnare sull’uso di questa tecnica, ma di offrire un servizio importante ai nostri pazienti.

Per favorirne quindi l’uso ci accontentiamo di rientrare semplicemente dai costi dei materiali monouso [mascherine], dei gas, dell’ammortamento e della manutenzione della nostra “sedation machine” chiedendo 80 euro x calcolare la base line e 95 euro per ogni ora o frazione di ora di trattamento.

L’analgesia sedativa cosciente da Studi Medici Usuelli

Abbiamo deciso anni fa di accostarci all’uso di questa metodica per gli indubbi vantaggi che presenta non solo nel trattamento dei cosiddetti pazienti odontofobici [che sono comunque una minoranza] ma anche e soprattutto perché ci permette di curare in assoluta tranquillità, serenità e sicurezza anche i pazienti non fobici ma ansiosi, i bambini [sempre un po’ problematici nell’approccio ad una cura odontoiatrica] e di proporre ai nostri pazienti qualunque tipo di terapia [dalla ablazione del tartaro alla avulsione di un dente del giudizio incluso), eliminando tutte le parti fastidiose e particolarmente ansiogene.

Come viene eseguita la preparazione del paziente all’interno dei nostri studi:

Ai nostri nuovi pazienti prima dell’esecuzione della prima visita vengono distribuiti dei moduli da compilare:

  • il primo riguarda l’indagine anamnestica sulle eventuali malattie passate o in corso e le terapie in essere;
  • il secondo invece è uno dei test più diffusi per misurare lo stato d’ansia. Stiamo parlando del “Dental Anxiety Scale di Corah”.

La valutazione del test ci consente di operare una prima classificazione dell’ansia del soggetto che ci troveremo poi sulla poltrona suggerendoci così il miglior approccio possibile:

  1. un punteggio compreso fra 1 e 4 individua un paziente non ansioso;
  2. un punteggio fra 5 e8 un’ansia considerata fisiologica;
  3. un punteggio fra 9 e 12 rileva la presenza di una “ansia dentale”;
  4. un punteggio fra 13 e 16 identifica una odontofobia di grado moderato;
  5. un punteggio fra 17 e 20 ci mette di fronte ad una grave forma di odontofobia.

Per quali cure odontoiatriche è consigliata?

Si usa prevalentemente per le operazioni più invasive [implantologia, avulsioni dentarie indaginose, avulsioni di denti del giudizio inclusi e no, cistectomie, interventi di chirurgia parodontale], ma anche per interventi più semplici ma comunque fastidiosi e mal tollerati come l’ablazione del tartaro, il courettage gengivale o il sondaggio parodontale.

Può essere usata anche per desensibilizzare momentaneamente le gengive, per la presa delle impronte per eliminare il riflesso del vomito.

È CONSIGLIABILE ANCHE PER I BAMBINI?

Andando a rivedere tutto quanto detto sopra e sottolineando il suo grado di sicurezza la risposta è: ovviamente si. Vogliamo poi ribadire che non è una anestesia generale, si rimane sempre svegli, presenti, coscienti e vigili. Non vengono alterati i parametri vitali e funzionali. La coscienza non viene indebolita.