L’estrazione di un dente è una procedura chirurgica, attraverso la quale il dente prescelto viene rimosso dall’alveolo dentale, la struttura ossea che normalmente ne ospita la radice.

Si tratta di un tipo di trattamento che deve essere sempre effettuato da uno specialista.

In generale, si dovrebbe procedere all’estrazione di un dente solamente se, dopo aver valutato attentamente la situazione, si ritiene che non possa essere curato con metodi alternativi come la devitalizzazione, l’otturazione o l’apicectomia e che la sua permanenza costituirebbe un danno maggiore.

Cosa sono i denti del giudizio

I denti del giudizio, anche detti terzi molari, debbono il loro nome alla comparsa tardiva che fanno all’interno della bocca, quasi sempre posteriore al diciottesimo anno di età.

Comunemente sono quattro, uno per ogni estremità delle due arcate dentali. Tuttavia, non sempre si presentano in questa configurazione: a volte sono in numero superiore (fino ad otto) mentre in altri casi non sono presenti del tutto, oppure rimangono nascosti dalla gengiva.

La loro comparsa è spesso causa di dolori e gonfiore delle gengive, che possono essere intensificati nel caso di irregolarità nella loro forma o nella configurazione con la quale si presentano.

La loro funzione è probabilmente legata al passato della nostra specie, quando una dentizione tardiva poteva essere di grande aiuto per la sopravvivenza degli individui nell’età matura.

Cause del dolore

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D’altra parte, le mutate esigenze dell’uomo moderno hanno fatto evolvere la mascella, riducendone le dimensioni.

Proprio questo è il motivo per il quale in alcune persone la maturazione dei denti del giudizio è particolarmente dolorosa e fonte d’infiammazione: la loro bocca ha dimensioni troppo piccole per accogliere i quattro denti aggiuntivi, retaggio di necessità ormai scomparse.

In altre persone, invece, si sviluppano e crescono perfettamente dritti, senza causare più che lievi fastidi ed allineandosi correttamente con il resto della dentatura.

In questi casi, procedere alla loro estrazione sarebbe un errore: oltre a sottoporre il paziente ad un trauma inutile, il vuoto creato potrebbe creare problemi d’occlusione e causare il graduale spostamento dei denti vicini, con conseguente diminuzione della stabilità dentale.

I sintomi

I segni che uno o più denti del giudizio dovrebbero essere rimossi sono principalmente legati a dolore o patologie. Alcune delle problematiche più comuni sono:

  • spostamento degli altri denti conseguente alla carenza di spazio;
  • ascessi o carie che interessino il dente o quelli limitrofi;
  • infezioni e formazione di cisti gengivali;
  • pericoroniti (infiammazioni acute della parte della gengiva che circonda il dente);
  • formazione di tasche gengivali.

La diagnosi di una o più di queste problematiche non è però necessariamente indicativa della necessità di estrarre il dente del giudizio.

Come abbiamo visto, lo specialista dovrebbe valutare attentamente l’opportunità di estrarre il dente sulla base sia di questi elementi che della conformazione generale delle arcate dentarie del paziente, che potrebbero risentire dell’assenza più di quanto non soffrano per la presenza del dente.

Estrazione dente del giudizio: quando è necessario?

In generale, come abbiamo detto, è sempre bene affidarsi all’esperienza di uno specialista. Tuttavia, ci sono degli elementi che pesano più di altri nell’influenzarne il giudizio verso l’estrazione di uno o più dei denti del giudizio, come ad esempio:

  • l’inclusione dentale: quando il dente non riesce a svilupparsi e rimane “incastrato” nell’alveolo o nella gengiva, può essere consigliabile estrarlo, specialmente se da luogo a sintomi dolorosi;
  • la presenza di infezioni o carie che potrebbero intaccare gli altri denti è un ottimo motivo per procedere, in modo particolare se il dente ne ostacola la guarigione;
  • l’inclinazione o la deformazione del dente è un problema sia estetico che di funzionalità e può talvolta essere un elemento a favore dell’estrazione;
  • lo spostamento dei denti preesistenti costituisce un forte segnale che potrebbe essere opportuno procedere all’estrazione, a meno che lo specialista non ritenga che essa possa peggiorare ulteriormente la situazione.

Come funziona l’estrazione?

Nonostante si tratti di un’operazione di routine, l’estrazione di un dente del giudizio andrebbe sempre affidata ad un professionista che possa contare su una certa esperienza in materia.

Infatti, la procedura comporta qualche rischio. Il più serio è indubbiamente la parestesia, la perdita di sensibilità nella bocca a causa di traumi a carico del nervo alveolare, che in casi seri può interessare anche la lingua o le labbra ed influenzare quindi la comunicazione orale. Il nervo alveolare è molto vicino alla sede dell’estrazione ed è necessario fare molta attenzione a non danneggiarlo.

Proprio per questo prima di iniziare è basilare un’indagine radiografica (ortopantomografia), per valutare i rapporti delle radici degli ottavi con il canale mandibolare.

Spesso questo potrebbe non essere sufficiente e bisogna allora eseguire una TAC per studiare tridimensionalmente la posizione delle radici rispetto al solito canale mandibolare, dove è posizionato il nervo alveolare.

Studi Medici Usuelli è dotato di una “TAC CONE BEAM” di ultima generazione che rispetto ad una Tac normale permette un notevole risparmio di radiazioni per il paziente.

Si pratica poi l’anestesia locale e, durante l’effetto della stessa, si procede all’estrazione del dente.

La tecnica può variare in base alle condizioni del dente (incluso, semi incluso, più o meno inclinato) e la durata dell’intervento varia da meno di mezz’ora a un’ora o più, ed è legata alla difficoltà del caso.

Cosa succede dopo l’intervento?

Dopo l’intervento viene di norma prescritta l’assunzione di un antibiotico per minimizzare il rischio di infezioni post-estrattive ed un buon anti infiammatorio accompagnato da un gastroprotettore e da ghiaccio localmente per ridurre al minimo il dolore ed il gonfiore .

Nel nostro studio dopo l’avulsione (soprattutto se molto indaginosa) prima di suturare posizioniamo nell’alveolo del collagene e del PRP, plasma ricco di piastrine – detto anche gel piastrinico – che viene ottenuto dalla centrifugazione del sangue prelevato dal paziente stesso.

Il PRP oltre ad avere un potenziale rigenerativo, ha una grande attività antinfiammatoria e permette una guarigione più rapida ed una netta riduzione di tutti i sintomi post estrattivi:

  • tumor (gonfiore);
  • rubor (rossore-eritema);
  • dolor (dolore);
  • calor (calore).