REUMATOLOGIA RENATE

dr. Giuseppe Usuelli

La reumatologia è quella branca della “medicina interna” che si occupa delle condizioni morbose che interessano l’apparato locomotore nel suo insieme muscolo-scheletrico ed, in generale, dei tessuti connettivi che sono il sostegno dell’organismo.

Sono malattie molto varie, con gravità differenti e possono colpire non solo ossa, articolazioni o tendini ma anche altri tessuti ed organi diventando così malattie sistemiche.

Molti reumatismi sono malattie importanti che, oltre al dolore, portano disabilità, perdita di autonomia funzionale, perdita di capacità lavorative, perdita di qualità della vita oltre che il rischio della vita stessa, sia per la gravità delle malattie in sé, sia per gli effetti collaterali delle terapie.

A grandi linee i reumatismi vengono divisi in quattro tipologie:

  1. reumatismi infiammatori;

  2. reumatismi degenerativi;

  3. reumatismi metabolici;

  4. reumatismi estraarticolari;

A] I reumatismi infiammatori sono sicuramente i più gravi e spesso si associano a meccanismi autoimmunitari, ovvero la formazione di anticorpi contro le cellule del nostro stesso organismo.

I più importanti sono:

  • artrite reumatoide;

  • artrite psoriasica;

  • spondilite anchilosante;

  • connettiviti [Lupus (o LES), Sjogren, dermato-polimiosite, sclerodermia];

  • vasculiti;

Da non dimenticare, anche se oggi è veramente raro, il reumatismo articolare acuto, la causa più frequente, un tempo, dei vizi valvolari cardiaci.

La causa dei reumatismi infiammatori non è nota, esiste però una certa predominanza nel sesso femminile e possono manifestarsi ad ogni età, anche se il periodo di maggior incidenza coincide con il periodo fertile e, comunque, nel periodo giovane-adulto della persona.

B] Il reumatismo degenerativo principale è l’artrosi ed in questa malattia l’aspetto infiammatorio è minore.

L’artrosi è caratterizzata da alterazioni cartilaginee ed ossee che portano ad una compromissione delle articolazioni ed è sicuramente il reumatismo più diffuso nella popolazione.

Accanto alle forme primarie di natura eredo costituzionale, ci sono poi forme secondarie legate all’età, alle malformazioni, all’instabilità articolare, a lavori usuranti, ad attività sportive eccessive, a traumi e all’obesità.

Le forme più diffuse ed invalidanti di artrosi sono:

  • artrosi dell’anca;

  • artrosi del ginocchio [gonartrosi];

  • artrosi della colonna vertebrale;

  • artrosi della caviglia [legata soprattutto a traumi subiti e proprio per questo si manifesta in età più giovane rispetto alle precedenti].

C] Il reumatismo dismetabolico più frequente è la gotta, causata dal precipitare di cristalli di acido urico nelle articolazioni con conseguente reazione infiammatoria importante.

Colpisce in particolare persone obese o in sovrappeso, con dislipidemie, alterazione della tolleranza al glucosio o diabete, spesso legate ad un consumo eccessivo di alcool ed ad un’alimentazione ricca di carni rosse e frattaglie.

D] I reumatismi estraarticolari comprendono forme localizzate, come:

  • le tendinite;

  • le periartriti;

  • le borsiti;

  • le sindromi dolorose miofasciali;

  • la sindrome fibromialgica [malattia diffusa specie nel sesso femminile]

La sindrome fibromialgica è una malattia ad alto impatto sia sociale sia sulla qualità della vita ed è caratterizzata da dolore muscolo scheletrico diffuso e da stanchezza [astenia] con la presenza di punti dolorosi evocabili alla vista [punti tender].

Spesso è associata a disturbi intestinali [tipo colon irritabile], a disturbi neurologici [tipo cefalea] a difetti di concentrazione, vertigini, insonnia, dolori temporo mandibolari, a disturbi uditivi e a disturbi nella sfera genitale e urinaria.

Non è, però, una malattia psichica, spesso è misconosciuta e viene trattata come una forma psichiatrica e ipocondriaca.

Rimane peraltro una malattia caratterizzata da una alterata regolazione centrale del dolore con conseguente esagerata percezione di stimoli periferici.

Sono, oltretutto, di competenza reumatologica anche le malattie metaboliche delle ossa come osteomalacia ed osteoporosi.

Anche in reumatologia una diagnosi precoce e dei trattamenti mirati, permettono un miglioramento clinico ed un rallentamento nella progressione della malattia, anche nelle forme più aggressive.

Per quanto riguarda la diagnosi, di grande aiuto, sono state le moderne tecniche di “imaging” come: TAC, risonanza magnetica, densitometria ossea e tecniche artroscopiche.

Anche gli esami di laboratorio oggi sono di grandissimo aiuto; accanto ai test classici come: VES, Mucoproteine, Proteine c-reattive, TAS, Ra test Waaler Rose, oggi abbiamo a disposizione innumerevoli test sofisticati e costosi, in grado di caratterizzare, ad esempio, l’assetto immunogenetico [vale a dire i geni che condizionano la risposta immunitaria] o le specificità degli auto anticorpi che sono spesso i markers di particolari malattie.

La terapia delle malattie reumatiche varia molto in relazione al tipo di malattia ed al grado di aggressività della stessa.

Ovviamente più è precoce, migliori saranno i risultati, sia sulla clinica che sull’evoluzione della malattia.

Gli antinfiammatori, sia cortisonici che non cortisonici [FANS], la fanno da padrone.

Devono essere comunque accompagnati da una gastro protezione e, trattandosi di forme croniche e quindi di terapie di lunga durata, bisognerà porre attenzione ai loro effetti collaterali, soprattutto in pazienti nefropatici, cardiopatici, cirrotici, con pregressa storia di ulcere gastriche o duodenali, in terapia con anti aggreganti o anticoagulanti.

Accanto agli antinfiammatori ed in sinergia con loro, ci sono poi le cosiddette terapie di fondo, ovvero: idrossiclorochina, salazopirina, ciclofosfamide, Methotrexate, nel tentativo di modulare l’attività del sistema immunocompetente, impedendo che sia responsabile di processi auto aggressivi.

Di ultimissima introduzione sono poi i farmaci biologici, farmaci delicati, con effetti collaterali specie sul versante infettivo e abbastanza costosi.

Vengono somministrati ai pazienti con artrite reumatoide, che non rispondono alle terapie più tradizionali, condotte per un tempo sufficiente.

Sono farmaci efficaci che hanno aperto una nuova frontiera. Qualche dubbio comunque permane sulla loro sicurezza nel lungo tempo e su quando e come sospenderli, o come ridurli, quando la malattia appare controllata.

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